Caso 4

Il tribunale di Gorizia, con riferimento alla domanda svolta dagli eredi del Sig. (omissis) che la preparazione al trattamento chemioterapico non è stata adeguata, in quanto non si è definita, in quel momento, la condizione cardiovascolare, delicata, del soggetto, non si è documentata la modalità di somministrazione; in sostanza il protocollo cheniioterapico instaurato, di base corretto, andava però verificato, nel caso di specie, in un’ottica costo/beneficio, tenuto debito conto della sussistente anemizzazione, della cardiopatia, e in aggiunta, di aggressivo e metastatizzato tumore sanguinante, clic rappresentano tutti evidenti fattori di rischio, se non vere e proprie controindicazioni.

Pur con lo scopo di praticare una terapia palliativa, tali elevati livelli di rischio dovevano essere considerati con una appropriata definizione delle condizioni cardiovascolari, poichè l’unica informazione derivava da accertamenti espletati più di due mesi e mezzo prima.

Tutto ciò considerato, con ogni verosimiglianza, si sarebbero allora rilevati rischi troppo elevati per instaurare un trattamento chemioterapico a puro scopo palliativo, di effetto peraltro dubbio, viste le condizioni generali. Sta di fatto che si sono immediatamente evidenziate quelle complicanze, citate nelle note AlFA, che hanno condotto ad una rapida comparsa di scompenso cardiaco, con progressiva bradicardizzazione sino al decesso.

“PQM il Tribunale Civile di Gorizia 1)Accoglie la domanda attorea e condannata la convenuta al pagamento in favore di parte attrice di € ____, a titolo di risarcimento, valori già liquidati all’attualità, oltre interessi nella misura di legge dalla domanda al saldo; 2) Condanna parte resistente a rimborsare a parte ricorrente un mezzo delle spese di lite”.

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